Dall’opera pia “Clara Michelerio” alla fondazione del Museo Paleontologico
La fondazione di questo complesso risale al 1524, per volontà della nobile famiglia astigiana dei Guttuari, su progetto di Vincenzo Seregno, ingegnere della Fabbrica del Duomo di Milano. Negli anni successivi nobili devoti del monastero arricchirono l’edificio ed in particolare il canonico della cattedrale Alfonso Asinari nel 1612 per disposizione testamentaria commissionò le pitture della cappella della chiesa dedicata alla Natività di Nostro Signore. Nella seconda metà del settecento l’edificio delle monache fu ampliato ad opera dell’architetto Giovanni Maria Molino, senza alterare le forme cinquecentesche del cortile del loggiato. Quest’ultimo a due ordini di arcate compartite da pilastri è considerato, insieme al chiostro dei canonici Lateranensi di Santa Maria Nuova, il capolavoro dell’architettura del Cinquecento ad Asti. Della chiesa rimangono visibili da Via Carducci l’abside e la facciata in cotto a due ordini sovrapposti ritmati da lesene, coronate dal frontone triangolare. L’interno oggi suddiviso in due piani, conserva il grande affresco raffigurante la Gloria del Paradiso, opera di Gian Carlo Aliberti (1670-1727), figura di spicco dell’arte barocca astigiana.
Nel settembre 1802, in seguito alla soppressione dei monasteri imposta dalle autorità francesi occupanti, il complesso passò al Demanio Nazionale. Acquistato dal canonico Cerruti grazie alla beneficenza di Clara Michelerio, dal 1862 diventa sede dell’Opera Pia Michelerio. Questo istituto aveva lo scopo di accogliere ed ospitare gli orfani di Asti e del suo circondario, allevarli cristianamente ed insegnare loro un mestiere. L’Opera Pia Michelerio cessa l’attività nel 1971 e nel 1992 mette in vendita l’immobile, ormai in condizioni di abbandono e degrado. Completamente ristrutturato, è oggi diventato la sede dell’Ente Parco Paleontologico Astigiano che gestisce l’attuale Museo Paleontologico, fondato nell’autunno 2013.