Il Michelerio ieri e oggi

UN PEZZO DI STORIA ASTIGIANA

(a cura di Pippo Sacco)

La recente apertura delle sale ipogee del Museo Paleontologico sono un altro passo significativo verso il totale riutilizzo del complesso dell’ex Michelerio. Poi toccherà alla chiesa del Gesù, la cui facciata prospetta su via Carducci. La chiesa, (che insieme a sette grandi affreschi di Salvatore Bianchi del 1695 provenienti dalla chiesa di S.Anastasio, ospiterà le bacheche con importanti reperti del periodo Astiano ma anche gli scheletri di grandi cetacei) sarà la sala principale del Museo Paleontologico e sarà legata al Centro studi cetacei fossili tipici dell’astigiano, un unicum al mondo. Il museo disporrà inoltre delle vecchie suggestive cantine, appena recuperate ed inaugurate, con grandi spazi espositivi e con l’acquario dove pesci tropicali nuotano tra fondali identici a quelli un tempo esistenti nel mare astigiano. Le attuali sale didattiche del piano terreno saranno così destinate a magazzini del Parco Paleontologico Astigiano, che ha sede al secondo piano del Michelerio. Sarà quindi completata – grazie a finanziamenti dal Pisu e dall’ “Art Bonus” – la rivitalizzazione del complesso di edifici dell’ ex Michelerio, che si estendeva su tutto l’isolato tra corso Alfieri, via Varrone, via Carducci e via Caracciolo.

La fondazione del complesso risale al 1524, per volontà della nobile famiglia dei Guttuari, su progetto di Vincenzo Seregno, ingegnere della Fabbrica del Duomo di Milano. Negli anni successivi nobili devoti arricchirono il monastero delle monache Clarisse Osservanti. In particolare, il canonico della cattedrale Alfonso Asinari nel 1612 per disposizione testamentaria commissionò le pitture della cappella della chiesa dedicata alla Natività del Signore. Nella seconda metà del ‘700 l’edificio fu ampliato dall’architetto Giovanni Maria Molino, senza alterare le forme cinquecentesche del loggiato del cortile. Quest’ultimo a due ordini di arcate compartite da pilastri è considerato, insieme al chiostro dei canonici Lateranensi di S. Maria Nuova (cortile dell’ex ospedale), il capolavoro dell’architettura astigiana del ‘500.

Della chiesa del Gesù rimangono visibili da Via Carducci l’abside e la facciata in cotto a due ordini sovrapposti ritmati da lesene, coronate dal frontone triangolare. L’interno al fine ‘800 fu diviso da una soletta che creò un piano superiore, destinato a camerata dei ragazzi del Michelerio. Dieci anni fa, demolita la soletta, è tornato in piena vista il grande affresco di Gian Carlo Aliberti raffigurante la Gloria del Paradiso. Nel 1802, con la soppressione dei monasteri imposta dai francesi, il complesso passò al demanio nazionale. Dopo anni di abbandono, nel 1862, grazie alla munificenza di Clara Michelerio che l’acquistò, diventò sede dell’Opera Pia Michelerio, istituita per accogliere gli orfani di Asti e del circondario, allevarli cristianamente ed insegnare loro un mestiere. Dagli Anni ’50 diminuì l’affluenza degli ospiti e si ridussero le attività. Con l’inattività dell’Opera Pia nel 1971 vennero affittati i laboratori, mentre nella manica di via Varrone negli Anni ’70 e ’80 fu attiva l’arazzeria di Vittoria Montalbano, cui collaborò Valerio Miroglio con le sue opere.

Nel 1992 l’immobile, ormai in condizioni di abbandono e degrado, fu acquistato dall’Agenzia Territoriale della Casa, che poco dopo trasferì i suoi uffici da corso Einaudi all’angolo di via Varrone con via Carducci, dove fu abbattuto l’alto muro e resa visibile la facciata della chiesa del Gesù. Tutto il primo piano del Michelerio è oggi occupato da studi professionali e da altre attività, mentre tra corso Alfieri e via Varrone nel 2004 si è insediato il ristorante cinese.