Sessanta “Testimoni” di Sergio Ardissone raccontano i popoli a rischio di estinzione


Sessanta “Testimoni” di Sergio Ardissone raccontano i popoli a rischio di estinzione

Il 26 aprile s’inaugura, nell’ex chiesa del Gesù, la mostra fotografica

Sessanta fotografie, sessanta storie di popoli sulle strade del mondo: sono le immagini che compongono la mostra di Sergio Ardissone “Testimoni – Un mondo che scompare” che sarà inaugurata giovedì 26 aprile, alle 18, nell’ex chiesa del Gesù (Palazzo del Michelerio, corso Alfieri 381).
L’esposizione, promossa dal Parco Paleontologico Astigiano insieme a Comune e Provincia di Asti, rappresenta un’attenta e mirata selezione delle migliaia e migliaia di scatti che Ardissone, fotografo e giornalista astigiano, ha compiuto in decenni di viaggi con l’amata reflex in oltre settanta Paesi, lungo i sentieri himalayani, i ghiacci dell’Artico, le antiche carovaniere asiatiche, gli infuocati deserti africani.
“Oggi quelle fotografie – indica Ardissone, autore di libri e reportages – rimangono a testimoniare l’esistenza di un mondo che già a distanza di trent’anni si è trasformato inesorabilmente, talvolta a causa di conflitti che ne hanno modificato la geografia, molte volte a causa del trascorrere del tempo che, poco a poco, cancella l’esistenza del passato”.
Di qui la scelta di raccogliere in “Testimoni – Un mondo che scompare” sessanta ritratti: “Volti senza nome – racconta l’autore – appartenenti a popoli misteriosi (Inuit, Kirghisi, Rabari, Apatani, Miju Mishmi, El Molo, ecc.)­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­ che evocano storie di vita autentiche e suggestive, luoghi dove il tempo pare essersi fermato. Sono immagini scattate alla ricerca dell’anima più profonda, di culti millenari e di consuetudini perfezionatesi per vivere e sopravvivere in terre per lo più isolate ed inospitali”.
Il percorso espositivo presenta persone e paesaggi lungo la Via della Seta, nel sud-est asiatico, Tibet, Nepal, India, Etiopia, Kenia, Artico canadese.
“Abbiamo accolto l’idea di ospitare la mostra nell’ex chiesa del Gesù – sottolinea Gianfranco Miroglio, presidente del Parco Paleontologico Astigiano – non soltanto perché si tratta di belle immagini. L’argomento trattato è affine ai nostri contenuti: il lavoro di Ardissone fissa l’attenzione su popoli e angoli del mondo a rischio, l’azione del nostro Ente si focalizza su un ambiente e una natura troppo spesso esposti a situazioni problematiche”.
L’esposizione resterà aperta fino al 17 giugno col seguente orario: martedì – venerdì 15-19; sabato, domenica e festivi 10-13; 15-19. Ingresso libero (lunedì chiuso).
Sul sito del Parco (www.astipaleontologico.it) è possibile vedere in anteprima alcune immagini ospitate nella mostra con una descrizione dell’autore sul momento in cui sono state scattate.
La fotografia della bimba con vestito rosso e una bambolina in mano che compare nei materiali promozionali dell’iniziativa è stata fatta nel 1990 in un villaggio kirghiso (Pamir cinese).
La mostra, che ha come media partner La Stampa e Astigiani, è riconosciuta dalla Federazione italiana associazioni fotografiche (FIAF).

Nella foto di Sergio Ardissone: Bambina Kirghisa. Xinkiang (Cina), 1990



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